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Claudio: vittima della sottile violenza perpetrata a suo danno dalla moglie

  • Immagine del redattore: Avvocati Empatici
    Avvocati Empatici
  • 7 mag
  • Tempo di lettura: 4 min

La violenza non è solo maschile!


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Claudio pesa ottantasette chili, è alto un metro e novanta, ha quarantadue anni, e lavora come avvocato in uno studio da diversi anni, ama lo sport e concedersi i lussi che il suo status economico gli permette.

Valeria pesa sessanta due chili, è alta un metro e settanta e ha quarantasei anni,  si occupa della casa e dei figli e gestisce tutto lei perché suo marito non sa fare nulla: con la figlia non riesce a capirla ed è solo grazie a lei se si parlano ancora, il maschietto per ora segue il padre nello sport, ma a scuola è un disastro e il padre di certo non se ne occupa, poi non sa neanche scaldare un piatto di pasta figuriamoci preparare una cena con i giusti apporti calorici e il giusto mix di proteine e vitamine necessarie per la crescita. Anche Valeria ama godersi certi piccoli lussi che il marito foraggia, dalla palestra all’estetista, fino alle cene sempre di livello.

Claudio e Valeria sono sposati da sedici anni, ma Valeria ha deciso di allontanarsi per qualche tempo per capire bene cosa vuole dalla vita.

Anni addietro, dopo un brutto incidente Valeria ha dovuto lasciare il lavoro, quando si è ripresa però, insieme con Claudio hanno deciso che era il momento di creare una famiglia così Valeria è rimasta a casa per tutta la gravidanza e poi anche dopo e poi è arrivata la seconda gravidanza e così non è mai più tornata al lavoro. Claudio le ha sempre detto che potevano permettersi aiuti e se voleva rientrare al lavoro lui la appoggiava, ma presto Valeria ha cominciato a guardarlo schifata: come poteva rientrare a lavorare quando lui non era in grado di fare niente, mica potevano prendersi una colf ventiquattro ore al giorno, e poi i ragazzi avevano sempre più bisogno di lei.

Sempre più spesso Valeria rinfacciava a Claudio che come avvocato non valeva nulla, sempre a mediare, sempre a trovare accordi, lui non sa come sia fatto un tribunale perché non è capace. 

In effetti Claudio è un ottimo mediatore, ed è vero che riesce spesso a trovare degli accordi evitando cause in tribunali, il suo studio è molto soddisfatto di questa abilità e anche i clienti, solo Valeria ritiene che sia perché è un vigliacco, e non lo nasconde, spesso fa cadere il discorso con frecciatine anche in presenza di amici. Claudio non ha più tanta voglia di uscire con gli amici, in fondo anche loro pensano che è uno sfigato, Valeria glielo fa notare in continuazione.

In casa è un continuo davanti ai figli sminuirlo e insultarlo, ogni occasione è buona far notare ai figli quanto il padre sia inetto e come solo grazie a Valeria la famiglia va avanti.  Quando poi sono soli non sono rare le volte che Valeria alza le mani, non gli fa male, non ha abbastanza forza e poi lui è più grosso, ma un ceffone brucia lo stesso e i pizzicotti poi sono fastidiosi. Claudio in queste occasioni, prende e va farsi un giro in bicicletta, cosa che avalla la tesi di Valeria secondo cui lui è solo un codardo.

Le uniche occasioni di pace e riavvicinamento avvengono quando Claudio acconsente a spese importanti come l’acquisto del suv, o la ristrutturazione della cucina. Ma dura poco.

Quando Valeria se ne è andata per capire cosa voleva Claudio è caduto in profonda depressione ed è così che giunge a me. Insieme abbiamo analizzato la sua storia: 

1. svalutazione continua • 

2. controllo delle amicizie e degli affetti •

3. insulti • 

4. limitazioni all'autonomia morale •

5. violenza fisica e verbale •

Tutti i segnali della violenza domestica!

Purtroppo questa non è una storia a lieto fine (per ora), Claudio non è stato, ad oggi, in grado di accettare di essere stato vittima di sua moglie, lui un uomo di 80kg, uno sportivo, un avvocato capace non può essere stato vittima di una donna. Claudio ha interrotto dopo una decina di sedute la terapia, è tornato da Valeria e non ho più saputo nulla. 

Ho trovato però importante condividere questa storia con voi perché sempre più spesso sentiamo di casi in televisioni di abusi, di ricoveri in ospedale, di uxoricidi. Tutto molto eclatante e con vittime sempre donne, ma la quotidianità è più semplice, fatta di violenze sottile ma quotidiane che non spezzano magari le ossa ma come la goccia d’acqua scavano piano piano lasciando solchi indelebili nell’autostima e non ci si accorge fino a che non è troppo pesante da sopportare ma molti danni sono fatti. 

Soprattutto non è un’esclusiva femminile, l’uomo può essere vittima come la donna, specie di queste violenze velate e sottili, ma quotidiane, continue. 

Essere una vittima non significa valere meno, riconoscere di non essere stati capaci da soli di cambiare le sorti non è segno di debolezza! 

Altre storie dimostrano che è possibile allontanarsi da una relazione così tossica, ritrovare se stessi e il proprio valore, ma è necessario capire cosa ha reso possibile l’instaurarsi di tale relazione per sentirsi sicuri nel costruirne nuove senza incappare negli stessi errori.. altre storie raccontano addirittura di coppie che insieme comprendo la tossicità rivolta all’interno e insieme imparano a sfogare le proprie frustrazioni diversamente, in modo costruttivo, diventando l’uno il supporto dell’altro.

Tutto questo è difficile farlo da soli e se ci si sente solo vittime passive prive di energia.


 
 
 

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