La storia di Bruno: papà di Jessica, abbandonato quando la bimba aveva due anni
- Avvocati Empatici

- 27 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 18 giu
Bruno e Jessica e l’arrivo di Matilde
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Oggi vi parlo di Bruno, il Superman dei padri single. L'autunno di molti anni fa, Bruno arriva in studio da me con una bambina di due anni attaccata alla gamba come un koala e una valigia di Barbie nell'altra mano. "Avvocato, mia moglie se n'è andata. Ha lasciato un post-it." Un POST-IT! La moglie di Bruno? Era partita per "ritrovare se stessa"
Bruno, operaio specializzato in un’azienda famosa automotive, si è ritrovato solo con Jessica. E qui inizia l'epopea. Il primo dramma? I capelli. "Avvocato, lei non ha idea. YouTube ha tutorial per tutto, ma fare una coda a una bambina che si dimena come un'anguilla mentre devi prepararla per l'asilo e timbrare il cartellino puntuale è più difficile che montare un motore."
La soluzione? Bruno ha convinto le colleghe dell'asilo a fargli un corso accelerato di acconciature. Ma il vero capolavoro di problem solving? Quando Jessica arrivata ad undici anni ha avuto il primo ciclo. Bruno era al lavoro, lei a scuola. Panico totale. Per fortuna le mamme delle compagne di scuola di Jessica lo supportano e gli danno tutti i consigli utili.
Quando Jessica ha quattordici anni, Bruno incontra Matilde. Bibliotecaria, dolce come il miele, ma con nervi d'acciaio (servono, con gli adolescenti). Bruno la porta in studio da me preoccupato perché Jessica aveva minacciato di andare via da casa e andare a vivere dai nonni materni (che sino ad allora erano stati presenti nella vita della minore, se il padre avesse deciso di far vivere in casa Matilde.
La crisi è stata importante e faticosa per tutti sia per il padre che per la ragazza. Jessica, che per dodici anni aveva avuto il papà tutto per sé, improvvisamente doveva condividerlo. Porte sbattute, qualche crisi isterica e qualche parolaccia, e la frase cult a Matilde: "Non sei mia madre!" urlata almeno tre volte al giorno.
Ho dovuto guidare Bruno per un percorso legale con i nonni materni che a quel punto erano disponibili per l’affido condiviso della nipote con collocamento della stessa presso di loro visto l’insistenza della minore: ho cercare di evitare che questo avvenisse, senza escludere naturalmente i nonni dalla vita della minore che sono dei referenti importanti affettivi, ma non sono i genitori.
Bruno ha attivato anche un percorso di mediazione familiare comprensiva di supporto alla genitorialità comprendendo in questo anche Matilde e ha previsto di far fare un percorso di sostegno psicologico a Jessica per condurla verso l’accettazione del fatto che anche il padre aveva diritto ad una propria vita e che questo non avrebbe minimamente voluto dire che lei sarebbe stata trascurata o non più la gioia della vita del padre.
Matilde. Grazie anche ai supporti e percorsi fatti, Invece di fare la matrigna che cerca di conquistare la figliastra con regali e sorrisi, ha fatto l'esatto opposto. Alcuna invadenza e piena disponibilità al dialogo quando la minore aveva disponibilità. Se Jessica urlava "Non sei mia madre!", lei rispondeva calma frasi del tipo: "Hai ragione. Sono solo Matilde. E mi sta bene così."
Il momento di svolta tra le due “ donne” della vita di Bruno avviene quando Jessica, di quindici anni, si scopre nel pieno della fronte il primo brufolo prima di una festa importante. Bruno in panico totale non sa cosa fare. Matilde bussa alla porta: "Jess, non voglio intromettermi, ma ho un correttore magico. Lo lascio fuori dalla porta. Se non funziona, maledici pure me invece che il brufolo."
Jessica è uscita dalla stanza dopo mezz'ora, brufolo coperto, e ha mormorato il primo "grazie" a Matilde. Da lì, piano piano, il disgelo. Matilde non ha mai cercato di sostituire la mamma di Jessica, ma le ha fatto da mamma con la sua presenza, è stata l'adulta di riferimento che c'era senza invadere, che sapeva di cose da donne senza giudicare, che guardava Netflix con lei se l’adolescente glielo permetteva.
Oggi? Jessica ha iniziato a studiare ingegneria e quando si è fidanzata ha portato il ragazzo prima da Matilde "per l'approvazione preliminare," ha detto ridendo.
L'anno scorso, al matrimonio di Bruno e Matilde (finalmente!), Jessica ha fatto un discorso: "Matilde non è mia madre, è vero. Mia madre mi ha dato la vita e poi ha scelto la sua strada. Ma Matilde ha scelto di starmi vicino quando non aveva nessun obbligo. E questo, forse, vale anche di più."
La madre biologica? È riapparsa di recente apparentemente pronta a ricostruire il rapporto. Jessica l'ha vista una volta, poi non ne ha più voluto sapere perché ha riscontrato un interesse superficiale della madre biologica in lei e non ha al momento voluto approfondire oltre.
Si parla tanto del concetto di famiglia e di famiglia allargata. La famiglia non è questione di DNA, è questione di chi c'è quando serve.
Una madre biologica assente può benissimo essere sostituita da una madre presente anche se non biologica. Matilde con discrezione ha imparato ad essere madre di Jessica seguendo i tempi della ragazza, senza imporsi ma poi facendosi amare profondamente come si ama un genitore presente.
I supporti di mediazione familiare e i percorsi per la genitorialità condivisa e quelli psicologici hanno di fatto unito questo nucleo familiare.
Bruno è stato un padre presente, che ha dovuto imparare ad allevare una figlia femmina cercando di provare del suo meglio, ma non facendo mai mancare alla figlia la madre.
DI fatto ha riempito la vita della figlia per due genitori per molti anni.
Anche i papà se allenati e pronti a raccogliere la sfida possono benissimo essere genitori completi, oggi più che mai.
Allora perché ci sono tante battaglie in cui le mamme cercano di limitare gli spazi dei padri dei loro figli?
Non sarebbe meglio provare a sperimentare sul serio la genitorialità condivisa che prevede spazi per tutti e due i genitori con i figli?

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