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Nella nostra vita ci sono momenti up che si alternano a momenti down

  • Immagine del redattore: Avvocati Empatici
    Avvocati Empatici
  • 30 apr
  • Tempo di lettura: 5 min

Il coaching e il percorso per arrivare all'ascolto e all'empatia nelle relazioni


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La vita è un’alternanza continua di momenti up e down.

Succede a tutti. 

Perché siamo esseri umani e la nostra esistenza è fatta di cicli, di picchi di gioia e successi, ma anche di difficoltà e cadute.

Se tracciassimo su un foglio la sequenza degli eventi più significativi della nostra vita, dall’infanzia ad oggi, vedremmo una linea con curve ascendenti e discendenti. Nessuno sfugge a questa dinamica: ognuno ha le proprie alternanze e ciò che un tempo ci sembrava un disastro insuperabile, col senno di poi potrebbe apparirci anche sotto una luce completamente diversa.

Osservare il proprio percorso con questa prospettiva è illuminante.

Nel coaching, questo strumento viene chiamato "Linea della Vita", un esercizio che permette di visualizzare in modo chiaro i momenti cruciali della propria esistenza. Io stessa l’ho utilizzato, creando un vero e proprio grafico del mio cammino.

Un seme che ha dato poi frutti.

Dopo che una persona vede "nero su bianco" questo andamento la prima riflessione che emerge è potente: dopo ogni momento di difficoltà, c’è stata una risalita.

Ogni volta che si è attraversato un periodo di crisi, si sono trovate anche delle risorse per superarlo. E se è già successo in passato, significa che quelle risorse sono ancora dentro di noi.

Ma allora perché, quando ci troviamo nel bel mezzo di un momento down, facciamo così fatica a vedere una via d’uscita? Perché la difficoltà ci oscura la visuale, ci annebbia, perdiamo di lucidità.

Le fasi difficili della vita non sono solo eventi da superare. Portano con sé un carico emotivo che potrebbe anche diventare paralizzante: tolgono energia e lucidità, le forze, come se ogni sforzo fosse vano, minano la nostra sicurezza, facendoci dubitare delle nostre capacità e sentendoci inadeguati.

Tutto ciò rischia di offuscare la nostra autostima, il valore che attribuiamo a noi stessi vacilla, ci fanno sentire bloccati. La nebbia si fa fitta, il futuro appare incerto e minaccioso.

Eppure, c’è un aspetto fondamentale che tendiamo a dimenticare: abbiamo già affrontato e superato difficoltà in passato. Solo che spesso non riusciamo a collegare le risorse che ci hanno aiutato all’epoca a una situazione completamente nuova.

Esiste una buona notizia: sono disponibili strumenti concreti per richiamarle e utilizzarle. 

La Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) offre tecniche precise non solo per recuperare le risorse che ci hanno già supportato, ma anche per installarne di nuove. 

Ciò che abbiamo già vissuto non è andato perduto. Ogni esperienza passata ha lasciato in noi tracce profonde, memorie emotive e schemi di comportamento che possiamo risvegliare e trasformare in strumenti concreti per affrontare il presente in maniera costruttiva.

Ma come si fa?

Il primo passo è cambiare prospettiva: invece di lasciarsi schiacciare dalla sensazione di impotenza, possiamo attivare la consapevolezza di ciò che abbiamo già superato.

Ecco alcune domande che possono aiutare a riprendere il controllo.

Quando è stata l’ultima volta che mi sono sentito in difficoltà e ne sono uscito?

Quali risorse ho usato allora?

Coraggio, determinazione, aiuto esterno, nuove strategie?

Cosa posso fare oggi per attingere a quelle stesse risorse?

Ricordare che non siamo nuovi alla resilienza è il primo passo per uscire dal vortice di negatività.

Non sempre possiamo farcela da soli. Ci sono momenti in cui, nonostante tutto, il peso di una situazione è troppo grande per affrontarlo in solitaria. 

Ed è qui che entra in gioco un aspetto fondamentale: chiedere aiuto non è una debolezza, ma una scelta di responsabilità. Dobbiamo quindi attingere a strumenti indispensabili come l’ascolto attivo, la comunicazione efficace, la capacità di creare un rapport e l’assenza di giudizio. 

Ascoltare davvero una persona che sta attraversando un momento di crisi significa essere presenti, ascoltare senza interrompere, senza voler dare risposte.

La comunicazione, quando è chiara, empatica e autentica, permette di creare uno spazio sicuro, in cui chi vive un momento di difficoltà si sente accolto e non più solo.

Il rapport, ovvero la capacità di entrare in sintonia con l’altro, è essenziale per costruire una relazione di fiducia e per far sentire la persona compresa, senza il timore di essere giudicata o fraintesa.

L’assenza di giudizio è forse l’elemento più importante. Quando qualcuno è nel pieno di un momento down, non ha bisogno di consigli non richiesti o di valutazioni sul suo operato; necessita di sentirsi riconosciuto nel suo dolore, ha bisogno di sapere che la sua esperienza viene accolta per ciò che è, senza etichette, senza colpe, senza condanne.

Oggi esistono professionisti con competenze diverse che possono offrire supporto concreto per affrontare e superare momenti di difficoltà, come, ad esempio, coach, psicoterapeuti e psicoanalisti.

Ognuno con il proprio approccio, ma accomunati dall’obiettivo di supportare le persone a ritrovare equilibrio, chiarezza e direzione per raggiungere i propri obiettivi.

Ed è qui che emergono due valori essenziali: professionalità ed etica.

Affidarsi a chi opera con integrità fa la differenza. Lavorare con persone che ascoltano senza giudicare, che affiancano senza imporre, senza sostituirsi a noi è ciò che permette alla persona di trasformare un momento di crisi in un’opportunità di crescita autentica.

Ogni momento di difficoltà, per quanto duro, porta con sé una lezione importante: possiamo scegliere di subirlo o di trasformarlo in un’opportunità di evolvere.

I momenti down ci insegnano infatti a conoscere meglio noi stessi, capire cosa ci ferisce, cosa ci motiva, quali sono i nostri punti di forza, a sviluppare resilienza. Impariamo che possiamo cadere, ma anche rialzarci, a dare il giusto valore alle cose. A volte, ciò che sembra un fallimento è solo una deviazione necessaria del percorso.

La Linea della Vita ci dimostra che nulla è immobile. Ogni discesa è seguita da una risalita, ogni difficoltà porta con sé la possibilità di un cambiamento.

L’importante è ricordare che noi possiamo fare uso delle risorse che ci servono.

Questa consapevolezza non solo ci permette di affrontare meglio i nostri momenti difficili, ma incide profondamente anche sulla qualità delle nostre relazioni. Quando attraversiamo e superiamo momenti di crisi, impariamo a riconoscere la sofferenza negli altri e a non minimizzarla.

L’empatia che nasce dall’aver vissuto la difficoltà in prima persona ci rende più attenti, più predisposti all’ascolto, più propensi ad offrire supporto senza giudizio. Impariamo ad ascoltare con più attenzione, a comunicare con maggiore autenticità e a costruire rapporti solidi con chi ci sta accanto.

Le relazioni di valore si basano sulla capacità di esserci nei momenti difficili, di comprendere senza bisogno di parole, di accogliere senza voler correggere. 

Quando sviluppiamo la consapevolezza delle nostre risorse e del modo in cui le abbiamo attivate nel passato, diventiamo anche più disponibili a condividerle con gli altri. 

E questo crea un circolo virtuoso in cui la nostra crescita personale diventa il terreno fertile per costruire connessioni più profonde e autentiche. 

Perché alla fine, il valore di una relazione non si misura nei momenti facili, ma nella capacità di esserci, di comprendere e di sostenere. 

Solo così possiamo costruire legami solidi, basati sulla fiducia, sull’empatia e sulla reale connessione con l’altro.

Come raccontato in questo articolo, ogni essere umano attraversa alti e bassi, e nei momenti down spesso ci si trova a dover affrontare scelte importanti, complesse, a volte sofferte — che coinvolgono anche aspetti legali, familiari, patrimoniali o professionali.

Ecco perché l’approccio empatico è fondamentale anche nel mondo della legge: ascoltare senza giudizio, comprendere il vissuto della persona, accompagnarla con rispetto e senza sovrapporsi alle sue decisioni è un atto di grande responsabilità, e un’espressione concreta di etica professionale.

La Linea della Vita non è mai lineare. Ma quando si incontra un professionista che sa esserci davvero, che sa tenere lo spazio e sostenere senza forzare, il percorso diventa più chiaro, meno spaventoso, più umano.

Ed è proprio questa la visione di Avvocati Empatici: portare nella relazione professionale quegli stessi valori che rendono possibile ogni vera trasformazione — ascolto, presenza, fiducia, e la certezza che ogni momento difficile può essere trasformato in una risorsa di crescita.


 
 
 

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